Preferirei avere un mostro sotto il letto.

Cronaca. Solo cronaca nera.

Ma in quel nero c’è un abisso. L’abisso dello squallore umano, l’abisso della poca importanza della vita degli altri che questo mondo ci inculca fin da piccoli.

Leggo libri, guardo film, ma davanti ad alcune cose orrende nulla batte la realtà.

Come l’ultima notizia di quella cronaca nera che ormai permea talmente la nostra vita da passare quasi inosservata.

Un uomo (devo chiamarlo così per forza o posso chiamarlo “essere appartenente in maniera accidentale al genere umano, di sesso maschile?) ha ucciso sua moglie e i suoi due bambini.

Serve una motivazione? Io credo sia assolutamente ininfluente. Perché esiste davvero un motivo valido e reale per accoltellare a morte tua moglie, sgozzare i tuoi figli e andare a vedere la partita dell’Italia insieme al tuo amico? C’è davvero qualcosa che fa sembrare meno orribile un gesto simile?

E no, non si dovrebbe giudicare, ma troppo semplice dire “Vabbè, è pazzo”. Non può essere solo la pazzia a far fare un gesto così eclatante.

Di gente pazza è pieno il mondo. Ma qui entra in gioco qualcosa di più difficile, entra in gioco un menefreghismo per la realtà, per null’altro che non siano delle pulsioni momentanee, che fa perdere di significato a tutto il resto.

Allora come fare? Se noi nel nostro piccolo possiamo smuovere le montagne, come possiamo cambiare realmente la realtà? Il mio rispetto per gli altri basta, se gli altri non sanno neanche cosa voglia dire rispetto?

E allora sì, preferisco il mostro sotto il letto. Quello che può afferrarmi il piede, farmi a pezzi, ma di cui non mi fido.

Che rischiare di trovarmi un mostro in casa, e affidargli la mia vita.